Dopo l'ascolto della poesia "La farfalla", a quattro studenti è stato dato su un foglio, appena abbozzato, un segmento di filo spinato con alcune parole della frase di Liliana Segre da colorare e personalizzare; gli/le altri/e hanno disegnato e colorato una loro farfalla. Alla fine, attaccando le singole parti al muro, si è composta la frase e sopra al filo spinato ognuno/a ha fatto volare la sua farfalla gialla.
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
(Pavel Friedman, Praga 1921 – Auschwitz 1944)